Nel secondo decennio del XX secolo, il flusso migratorio alvitano registra una media di 167 espatri l’anno (si rinvia, per un approfondimento sul tema, alla specifica sezione: /storia). La documentazione archivistica successiva, e in particolare quella relativa al periodo 1916-1931, oggetto del presente percorso, mostra un netto calo delle partenze, che risultano ora indotte da ricongiungimenti familiari o da fattori episodici, come nel caso di una possibilità lavorativa all’estero a carattere temporaneo.
Su questi aspetti, l’Archivio storico comunale di Alvito conserva le istanze per il rilascio dei passaporti per l’estero, la maggior parte delle quali corredata delle fotografie dei richiedenti. Si tratta di una fonte preziosa, perché, accanto alla possibilità di dare un “volto” ai futuri emigrati, integra le risultanze di altri archivi e banche dati (si pensi alle liste dei passeggeri sbarcati a Ellis Island), fornendo un quadro sempre più preciso del fenomeno in oggetto.
Dalla medesima fonte, come anticipato, emerge l’indicazione di un movimento migratorio più blando rispetto ai flussi di inizio Novecento, anzi del tutto marginale almeno per l’ultimo periodo dell’età liberale. Dal 1916 al 1921 le carte censiscono, infatti, soltanto 22 alvitani (19 uomini e 3 donne) pronti a imbarcarsi per gli Stati Uniti, che restano la principale destinazione dei percorsi versi l’estero della cittadina ducale. Anche negli anni immediatamente successivi all’avvento del fascismo non sembrano intervenire mutazioni di rilievo, pur nella consapevolezza metodica di dover verificare i dati desunti dalla fonte in parola alla luce degli espatri effettivi.
Alla fine del primo ventennio del ‘900, invece, la richiesta di passaporti per l’estero aumenta progressivamente: 21 domande nel 1928, 58 nell’anno successivo, 84 nel 1930. Queste istanze riguardano 121 uomini e 42 donne. Il conseguente flusso si sviluppa soprattutto su due direttrici: una transoceanica, verso gli Stati Uniti, scelti dal 56% dei richiedenti, e una continentale, verso la Francia, dove si reca il 38% degli alvitani espatriati. Sul secondo dato incide, tuttavia, la partenza “su chiamata” di oltre 45 persone, che, nel solo 1930, sono andate a lavorare nelle miniere della Francia orientale. Il restante 6% del periodo 1928-’30 si divide fra Canada, Gran Bretagna e alcune destinazioni ignote. Si tratta, in ogni caso, di un movimento chiaramente circoscritto al predetto triennio, perché già dal 1931 il numero delle istanze (4 in totale) torna a essere in linea con il dato dell’intero quindicennio di riferimento.
Le fotografie, che formano l’essenza del presente percorso, rappresentano oltre il 40% di quelle apposte sulle richieste per il rilascio del passaporto. I relativi elenchi, distinti per anno, contribuiscono ad associare i nomi ai volti, oltreché a ricordare alla nuove generazioni il viaggio o, se si preferisce, l’identità degli avi.
Progetto realizzato con i contributi della Legge Regionale n. 24/ 2019, per biblioteche, musei e archivi storici di ente locale, di ente o azienda regionale e di proprietà privata - piano degli interventi 2020
Segnatura archivistica:
Cat. XIII (Esteri), b. 325, fasc. 5 (1916-1931), stf. [Passaporti sciolti]
Segnatura archivistica:
Cat. XIII (Esteri), b. 325, fasc. 5 (1916-1931), stf. [Richieste di passaporto] (1916-1921)
Segnatura archivistica:
Cat. XIII (Esteri), b. 325, fasc. 5 (1916-1931), stf. [Richieste di passaporto] (1928-1931)
Segnatura archivistica:
B. 325, fasc. 5, stf. [Richieste di passaporto] (1928-1931)
Segnatura archivistica:
B. 325, fasc. 5, stf. [Richieste di passaporto] (1928-1931))
Segnatura archivistica:
B. 325, fasc. 5, stf. [Richieste di passaporto] (1928-1931)
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